SABATO 4 LUGLIO A S. VITO AL T. INAUGURAZIONE RASSEGNA “FRIULI VENEZIA GIULIA FOTOGRAFIA” | EFFE RADIO

SABATO 4 LUGLIO A S. VITO AL T. INAUGURAZIONE RASSEGNA “FRIULI VENEZIA GIULIA FOTOGRAFIA”

Scritto da il 29/06/2020

La 34ma rassegna FVG Fotografia organizzata dal CRAF decolla. Con le restrizioni post lockdown e il massimo rispetto delle regole, Il Centro Ricerca e Archiviazione della Fotografia inaugura la nuova edizione della storica rassegna in auge dal 1987 e rilancia la cultura attraverso grandi autori. 

“Abbiamo scelto di costruire un progetto “fisico” che restituisse alle nostre comunità il bisogno di cultura – commenta il direttore del CRAF Alvise Rampini – la fotografia ci offre l’opportunità di trasmettere messaggi sociali importanti capaci di stimolare un comportamento più responsabile nei confronti della natura”. 

La rassegna, cui è stato attribuito quest’anno il claim strategico #CHANGE, vede la collaborazione della Regione Friuli Venezia Giulia con il sostegno della Fondazione Friuli e il patrocinio dell’Università degli Studi di Udine. La manifestazione si occuperà delle radicali trasformazioni del pianeta, dei cambiamenti climatici e dell’uomo: “Il CRAF utilizza l’arte della fotografia per innescare una virtuosa riflessione sui temi ambientali – sottolinea il presidente Enrico Sarcinelli – rispettare il mondo nel quale viviamo è un’azione oggi più che mai imprescindibile”.

Friuli Venezia Giulia Fotografia apre dunque ufficialmente il 4 luglio a San Vito al Tagliamento, Comune socio del CRAF, con il progetto espositivo del fotografo Alessandro Grassani “Environmental migrants – the last illusion”, vincitore dell’undicesima edizione del Premio Giornalistico Amilcare Ponchielli. La mostra sarà accolta nella chiesa di San Lorenzo fino al 6 settembre 2020. L’autore documenta la storia e il disagio dei migranti climatici contemporanei della Mongolia, Haiti, Bangladesh e Kenya. Secondo una previsione delle Nazioni Unite, nel 2050 sul nostro pianeta ci saranno 200 milioni di migranti ambientali alla ricerca di una nuova vita in megalopoli sempre più povere e affollate. Ancora troppa l’indifferenza dei Paesi sviluppati verso questo fenomeno in crescita dove la fotografia non solo documenta ma ci incoraggia a reagire con determinazione alle immagini incisive dell’autore, per cambiare le sorti della specie umana e della natura che ci ospita. 

Grassani, che ha esposto il progetto anche al Palazzo delle Nazioni Unite, riceverà dal CRAF il Premio Friuli Venezia Giulia Fotografia, l’ambito riconoscimento in passato attribuito a Mario Giacomelli, Mario De Biasi, Franco Fontana, Nino Migliori, Giovanni Gastel, Letizia Battaglia e molti altri ancora: “Il nostro albo d’oro è prestigioso – sottolinea il presidente – tutti i nomi che hanno segnato la storia della fotografia italiana sono passati al CRAF”. La mostra sarà visitabile gratuitamente dal 4 luglio al 6 settembre alla Chiesa di San Lorenzo. L’inaugurazione potrà essere seguita in diretta attraverso i canali social. 

La rassegna proseguirà in autunno a Pordenone con il progetto del fotografo Francesco Comello “L’isola della salvezza”, che ha vinto il terzo posto al World Press Photo. Racconta la vita in un centro spirituale, educativo e culturale in Russia, che oggi accoglie 300 ragazzi. Senza Tv, internet, cellulari e denaro, lavorano la terra, studiano, ballano. Forgiano l’anima e allenano il corpo al cambiamento individuale. A Comello sarà consegnato il Premio Friuli Venezia Giulia Fotografia per un autore regionale. La mostra sarà aperta a Palazzo Ricchieri, dal 9 ottobre al 15 novembre.

L’ultimo appuntamento in programma è a febbraio 2021. Il CRAF a Palazzo Tadea, dal 20 febbraio al 25 aprile, ospiterà il francese Yann Arthus-Bertrand, monumento vivente della fotografia aerea, con la mostra “Home”. Viste dal cielo, le ferite della Terra sono ben evidenti, le immagini documentano i cambiamenti e l’impatto dell’uomo sul pianeta, sensibilizzando tutti allo sviluppo sostenibile dagli oceani alle vette delle montagne, dalla savana africana ai ghiacciai antartici, le sue opere manifestano un profondo rispetto e amore per la Terra. Yann Arthus-Bertrand ha creato nel 2005 la Foundation GoodPlanet. Tra film, mostre, pubblicazioni e programmi formativi, la Fondazione promuove iniziative a tema ambientale in tutto il mondo, per sviluppare la coscienza ecologica collettiva e per venire in aiuto alle comunità più esposte a rischi ambientali. 

Yann Arthus-Bertrand riceverà dal CRAF il prestigioso International Award of Photography: “La sua presenza ci onora – commenta Sarcinelli – e, se le restrizioni ce lo permetteranno, contiamo di organizzare un incontro pubblico all’università e la proiezione del suo lungometraggio Home”.

ALESSANDRO GRASSANI

ENVIRONMENTAL MIGRANTS – THE LAST ILLUSION
La migrazione ambientale è un ordigno inesploso: in futuro l’intero pianeta dovrà fare i conti con questo grave problemaeconomico e sociale. Nel 2050 una persona su 45 sarà un migrante ambientale – complessivamente 200 milioni di persone. Oggi sono già 10 milioni. Non hanno un vero nome e per il diritto internazionale nemmeno uno status. Inseguono la speranza di un futuro migliore nelle grandi città ma trovano soltanto “l’ultima illusione”. Alessandro Grassani li ha incontrati in Bangladesh, Mongolia, Kenya e Haiti.

Il progetto fotografico documenta la trasformazione del nostro pianeta e dimostra il devastante impatto sociale della migrazione tra le zone rurali e urbane. in ogni Paese l’autore confronta le storie delle persone che lottano contro le avversità ambientali nelle campagne con la vita dei migranti nei bassifondi delle capitali. 

IL PROGETTO 

Nel 2008, per la prima volta nella storia dell’uomo, la popolazione che vive nelle città ha superato quella delle campagne. Le metropoli crescono indiscriminatamente per l’arrivo dei migranti ambientali, costretti a fuggire dalle zone colpite dai cambiamenti climatici e destinati a diventare – nel giro di pochi decenni – la nuova emergenza umanitaria mondiale.

Le Nazioni Unite stimano che nel 2050 saranno presenti 200 milioni di migranti ambientali, tutte persone che non raggiungeranno le nazioni ricche, ma cercheranno nuove forme di sostentamento nelle aree urbane dei loro paesi d’origine, nelle baraccopoli, già sovraffollate e poverissime. Disastrose sono e saranno le conseguenze per il pianeta.

Oggi il 90% di questa migrazione avviene proprio nei Paesi meno sviluppati, i più colpiti dai cambiamenti climatici e dal fenomeno della migrazione ambientale rurale-urbana.

Il titolo del progetto “l’ultima illusione” si riferisce alla speranza dei migranti ambientali di trovare una vita migliore nelle città, sogno infranto a causa della mancanza di risorse, competenze e di opportunità.

Il progetto include quattro sezioni: Ulan Bator – Mongolia, Dhaka – Bangladesh, Nairobi – Kenya e Port au Prince – Haiti. Questi luoghi rappresentano le diverse tipologie di cambiamenti climatici che, a livello globale, influenzano il fenomeno delle migrazioni ambientali: dall’estremo freddo della Mongolia, al processo di desertificazione in Kenya, passando attraverso le inondazioni, cicloni e innalzamento del livello del mare in Bangladesh e Haiti.

BIOGRAFIA 

Alessandro Grassani è un fotografo documentarista che utilizza la fotografia e la ripresa video come principale forma di espressione. Dal 2004 al 2006 ha lavorato in Israele e nei territori palestinesi: era lì durante i funerali di Yasser Arafat; prima e durante lo sgombero dei Coloni israeliani dalla Striscia di Gaza; di nuovo dopo la vittoria di Hamas alle elezioni e l’operazione militare israeliana “Summer Rain”. Ha lavorato intensamente in Iran dove si è recato per la prima volta alla fine del 2003 per documentare il terremoto che distrusse la città di Bam. Vi ha fatto ritorno una dozzina di volte per indagare la situazione della comunità ebraica e ha lavorato su un progetto a lungo termine dedicato alle minoranze etniche iraniane.

Ha lavorato a progetti personali e servizi commissionati in oltre 40 Paesi; collabora, tra gli altri, con L’Espresso, Time Magazine, Sunday Times, The New York Times, CNN, Stern, Sette del Corriere della Sera e organizzazioni come ONU, Doctors of the World, International Organization for Migration e UNOPS. 

I suoi lavori sono stati esposti in festival e musei a livello internazionale come al Palazzo delle Nazione Unite, Palais de la Porte Dorée a Parigi, International Center for Climate Governance, Royal Geographic Society, Sommerset House di Londra, Visa Pour l’Image a Perpignan. 

È stato premiato per due volte ai Sony World Photography Awards, Days Japan International Awards, Luis Valtueña Humanitarian Photography Award, Premio Marco Luchetta e Premio Amilcare Ponchielli.

Alessandro Grassani è Sony Global Imaging Ambassador e docente di fotografia documentaristica all’Accademia John Kaverdash di Milano.


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